sabato 31 luglio 2010

Colpo di stato e nuova politica.



Nella notte fra il 7 e l’8 Dicembre 1970 l’Italia si trovo per alcune ore ad un passo da un colpo di stato. I vertici dell’esercito, la mafia, la P2 e alte cariche dello stato erano pronte a far scattare un blitz operativo che avrebbe portato il nostro paese sotto la dittatura di un regime Fascista guidato dall’ex comandante della Decima Mas Valerio Junio Borghese, ma qualcosa all’ultimo momento bloccò tutto. Questi sono i fatti, riconosciuti, emersi dalle inchieste decennali sull’accaduto e che sono di pubblico dominio.

venerdì 30 luglio 2010

La strana usanza di non rispettare la fila.





Nonostante il tempo passato a capire, a capirli, ancora sento un abisso che divide me e questa gente. Ho sempre odiato l'ordine prestabilito e credo che sia un dovere di ogni essere umano metterlo in discussione, ma ho sempre fondato la mia intera esistenza sul rispetto di chi vive intorno a me. Mi piacerebbe molto ascoltare le motivazioni di un cinquantenne che, con il figlio di circa dieci anni al seguito, scatta come uno sprinter per guadagnare furbescamente qualche posizione a scapito di una madre di famiglia con due bambini piccoli e il sudore che le cola sulla fronte, nella piccola fila alla cassa di un supermercato. Mi piacerebbe seriamente capire se è un riflesso istintivo volto a fregare il prossimo o un ragionamento senziente con lo stesso fine; sapere se  così importante quella posizione e sopratutto cosa da la consapevolezza di avere esigenze più importanti di quelle altrui. Quando leggevo il mio amato Cacucci, forse il vero artefice del mio innamoramento per il Messico, credo di aver saltato le pagine che parlavano di furbizie degne del peggior italiano e di disprezzo totale per i diritti altrui, o forse, semplicemente, non sono mai state scritte...


martedì 27 luglio 2010

L'anedoto breton: L'essenza della messicanità

Nel 1938 Andrè Breton, noto poeta e teorico surrealista francese, si trova in Messico per compiere uno studio commissionato dal governo francese, dopo aver conosciuto Trotsky, Frida Khalo e Diego Rivera si ritira per un breve periodo nella splendida località di Erongaricuaro, sul lago di Patzcuaro nel Michoacan, non molto distante dalla bellissima Morelia. Li vive per qualche tempo e consuma i suoi eccessi con una stretta cerchia di intellettuali e artisti, e si ritrova come ovvio a dover interagire con gli artigiani del posto. Un bel giorno chiama un carpentiere locale per commissionargli un tavolo, e , per non incombere in una delle innumerevoli e sempre possibili incomprensioni con l'artigiano di turno decide di disegnargli il tavolo così come lo desiderava, chiaramente disegna il tavolo in prospettiva.
Dopo qualche giorno (sicuramente molto più di quanti ne fossero necessari!), l'artigiano ritorna dal poeta con qualcosa che avrebbe sbalordito chiunque: il tavolo era costruito "in prospettiva" ovvero con una superficie superiore a forma di trapezio, tre gambe invece che quattro e una di esse molto più corta delle altre due.... da quel momento Breton non si stancò mai di ripetere che il Messico è l'unico paese istintivamente surrealista..

sabato 24 luglio 2010

Primi contatti.

Lo scambio di mail con la titolare era stato abbastanza freddo e vago, mi ero lasciato aperte tutte le porte, avrei potuto benissimo non presentarmi o aspettare un altro mese, la graziosa famiglia genovese non mi stava aspettando, ma appena messo piede nel ristorante la prima sensazione che ho avuto a seguito dell’espressione compiaciuta della piccola e vispa signorina Susanna, fu quella di star per cadere in un enorme trappolone. 
Nella mia breve carriera di rappresentante, due cose mi sono state ripetute all’infinito dalle decine di superiori di turno: “Sorridere sempre” e “La prima impressione è quella che conta”, ma se la prima è chiara e inequivocabile, la seconda ti frega. Tu sei concentrato sul tuo essere e dai per scontato che “l’impressione” è quella che gli altri dovrebbero avere di te, nessuno ti dice che quando TU hai una brutta impressione e meglio che la consideri e giri alla larga!

giovedì 22 luglio 2010

Cambio vita.

Il passo del “cambio vita”, non e’ certo semplice, soprattutto se la tua scelta ha molti più elementi in comune con una fuga che con  un ritiro spirituale, ma si sa, meno domande ti fai in questi casi e’ più è probabile che  la paura e l’insicurezza ti assalgano sul più bello, ovvero quando non puoi più tornare indietro. Ho passato la prima settimana a cercare dei motivi che giustificassero la mia scelta, quando non li trovavo li inventavo. Il mio miglior compagno era il ventilatore a soffitto della mia stanza a lui confidavo tutti i miei dubbi e le mie paure,l’ansia per la mancanza di un progetto… 

mercoledì 21 luglio 2010

Parto da qui..

Parto da qui. Senza guardare indietro e senza coltivare la speranza di un ritorno.
Il cielo messicano ha qualcosa che ti sorprende ogni volta, qualcosa che ti fa dimenticare i motivi per cui sei partito e tutte le reminiscenze di una vita abbandonata in qualche lato del pianeta.
Il messico e’ vario, enorme, incomprensibile. Lo vivi ogni giorno e non fai mai l’abitudine a quello che vedi, neanche in un paesino di 5mila anime sulla costa del pacifico. Barra de Navidad e’ quanto  di più lontano si possa immaginare dallo stereotipo delle vacanze messicane confezionato per i turisti in camicia hawaiana diretti nel caribe. Una striscia di sabbia posta fra l’oceano e una laguna ormai inquinata dagli scarichi abusivi delle ville dei gringos. La gente e’ cordiale, i lavori in corso sembrano permanenti e la cosa più difficile e’ trovare qualcuno che getti l’immondizia nei contenitori predisposti. I spagnoli, sbarcarono qui la prima volta nel Natale del 1540 e usarono per molti anni questo posto come cantiere per riparare e costruire imbarcazioni da spedire poi nelle filippine al servizio della corona, il lungomare e’ intitolato a Miguel Lopez de Legazpi, che il 21 novembre del 1564 salpò  proprio da qui per andare a fondare nelle filippine, dopo i consueti massacri di indigeni, la capitale spagnola delle Indie dell’ Est.
Sono venuto qui dopo una vita da precario, un nomade alla continua ricerca di un posto dove fermarsi, di un lavoro magari. Ma nella società moderna probabilmente non c’era posto per me, e allora un bel giorno ho venduto tutto quello che potevo, auto, computer e una delle due macchine fotografiche, ho regalato ai pochi amici quello che mi faceva troppo male buttare e sono partito.
Molte volte mi sono chiesto, facendo eco alle domande di molti conoscenti, perché  proprio qui, e ormai ho abbandonato l’idea di darmi una risposta sensata, mi piace pensare che sia per un innato masochismo che mi accompagna fin dalla tenera età, e non per uno strampalato annuncio di cessione attività trovato su internet che prometteva ottimi guadagni con un minimo investimento...