Il passo del “cambio vita”, non e’ certo semplice, soprattutto se la tua scelta ha molti più elementi in comune con una fuga che con un ritiro spirituale, ma si sa, meno domande ti fai in questi casi e’ più è probabile che la paura e l’insicurezza ti assalgano sul più bello, ovvero quando non puoi più tornare indietro. Ho passato la prima settimana a cercare dei motivi che giustificassero la mia scelta, quando non li trovavo li inventavo. Il mio miglior compagno era il ventilatore a soffitto della mia stanza a lui confidavo tutti i miei dubbi e le mie paure,l’ansia per la mancanza di un progetto…
Ora, è bene specificare una cosa, il problema di non avere un progetto è qualcosa che dovrebbe porsi a chi pensa ad un futuro secondo i canoni “occidentali”, e a quel tempo per me, nonostante il vero problema fosse più il presente, la salsa con la quale mi avevano lasciato a bagnomaria per 33 anni non faceva altro che farmi pensare ad un improbabile domani. Avevo deciso di passare qualche giorno in anonimato per vedere come funzionava il ristorante, 6 clienti in quattro giorni è uno score poco invidiabile che avrebbe dissuaso anche il più ottimista dei sognatori, ma non me. Quel posto emanava qualcosa di magico; più lo guardavo e più rimbalzavano nella mia mente immagini di migliorie, promozioni di succulente pietanze e tavoli pieni di clienti deliranti per la deliziosa comida. Forse tutto rientrava nel processo di “giustificare” la mia strampalata scelta, fatto sta che esattamente ad una settimana dal mio arrivo, e dopo aver passato diverse ore e diversi tacos alla taqueria eletta come mio avamposto di osservazione, passo ai fatti e mi decido ad entrare per vedere da vicino "Il campanario".
Ora, è bene specificare una cosa, il problema di non avere un progetto è qualcosa che dovrebbe porsi a chi pensa ad un futuro secondo i canoni “occidentali”, e a quel tempo per me, nonostante il vero problema fosse più il presente, la salsa con la quale mi avevano lasciato a bagnomaria per 33 anni non faceva altro che farmi pensare ad un improbabile domani. Avevo deciso di passare qualche giorno in anonimato per vedere come funzionava il ristorante, 6 clienti in quattro giorni è uno score poco invidiabile che avrebbe dissuaso anche il più ottimista dei sognatori, ma non me. Quel posto emanava qualcosa di magico; più lo guardavo e più rimbalzavano nella mia mente immagini di migliorie, promozioni di succulente pietanze e tavoli pieni di clienti deliranti per la deliziosa comida. Forse tutto rientrava nel processo di “giustificare” la mia strampalata scelta, fatto sta che esattamente ad una settimana dal mio arrivo, e dopo aver passato diverse ore e diversi tacos alla taqueria eletta come mio avamposto di osservazione, passo ai fatti e mi decido ad entrare per vedere da vicino "Il campanario".
Buongiorno Alessandro,
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Silvia
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