venerdì 30 luglio 2010

La strana usanza di non rispettare la fila.





Nonostante il tempo passato a capire, a capirli, ancora sento un abisso che divide me e questa gente. Ho sempre odiato l'ordine prestabilito e credo che sia un dovere di ogni essere umano metterlo in discussione, ma ho sempre fondato la mia intera esistenza sul rispetto di chi vive intorno a me. Mi piacerebbe molto ascoltare le motivazioni di un cinquantenne che, con il figlio di circa dieci anni al seguito, scatta come uno sprinter per guadagnare furbescamente qualche posizione a scapito di una madre di famiglia con due bambini piccoli e il sudore che le cola sulla fronte, nella piccola fila alla cassa di un supermercato. Mi piacerebbe seriamente capire se è un riflesso istintivo volto a fregare il prossimo o un ragionamento senziente con lo stesso fine; sapere se  così importante quella posizione e sopratutto cosa da la consapevolezza di avere esigenze più importanti di quelle altrui. Quando leggevo il mio amato Cacucci, forse il vero artefice del mio innamoramento per il Messico, credo di aver saltato le pagine che parlavano di furbizie degne del peggior italiano e di disprezzo totale per i diritti altrui, o forse, semplicemente, non sono mai state scritte...


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